Che cos’è la mindfulness e perché è importante applicarla mentre mangiamo

Quando parliamo di mindfulness intendiamo una consapevolezza non giudicante del momento presente. È, quindi, un atto intenzionale, in quanto la nostra consapevolezza è intenzionale: sposto l’attenzione in modo consapevole su qualcosa. Non giudicante perché il nostro cervello è impostato per categorizzare il mondo con l’obiettivo di facilitarci. La non consapevolezza, ossia il processo di economizzare relativo all’etichettamento, non ci fa vedere le sfumature ma mette l’attenzione sull’insieme. Perciò può capitare che a volte abbiamo questo assioma di pensiero: tutto ciò che è diverso da me, dai miei gusti, dai miei ideali, è orribile, tutto ciò che è simile a me allora è fantastico. Per lo stesso motivo, ad esempio, quando ci chiedono come sono andate le vacanze rispondiamo semplicemente “Bene!”. Se cominciamo a notare le cose in maniera più dettagliata, ci possiamo rendere conto che, anche nel tutto bene, c’è qualcosa di non fantastico e viceversa. Il nostro cervello ricorda i solidi, il bianco e nero, non ricorda le sfumature, impiegherebbe troppe risorse e andrebbe in sovraffollamento e blackout. Perciò, “Come è andata? Bene!” Questa è semplificazione. È “Non giudicante” anche perché impariamo a non dare etichette nel momento presente.

La nostra alimentazione a volte è legata ad un nostro stato emotivo, al come ci sentiamo. Immagino che sia capitato a tutti, almeno una volta nella vita, che, quando ci sentiamo particolarmente giù di morale, puntiamo a consolarci con un dolcetto, o se abbiamo raggiunto un traguardo festeggiamo con il nostro piatto preferito, o ancora se siamo annoiati sgranocchiamo qualcosa per far passare il tempo. Non c’è nulla di male in questo. Ma, se fatto abitualmente, potrebbe incorrere in un’alimentazione non più “per fame” ma emotiva. E quindi, se siamo tristi, non mangeremo più un solo dolcetto ma, magari, mezza confezione di biscotti. Questo succede quando ci identifichiamo totalmente con l’emozione che proviamo e non riusciamo a porre una distinzione tra il “noi” e “il nostro pensiero che ci provoca l’emozione”.

Il passo che dobbiamo provare a fare per uscire da questo circolo è riconoscere il pensiero e l’emozione che stiamo vivendo e prenderne consapevolezza. Prendendo consapevolezza, ci sarà più semplice accettare l’emozione e agire nella maniera più funzionale per gestirla.

In questo modo, la nostra alimentazione non sarà più impulsiva, ma sarà più consapevole e andiamo ad applicare quella che viene definita mindfuleating, ossia essere presenti a sé stessi, momento per momento, anche mentre si mangia, non essere distratti da pensieri ed emozioni, con un atteggiamento mentale pacifico ed equilibrato e una maggiore consapevolezza e attenzione al proprio senso di fame e di sazietà.. Questa pratica rientra fra le tecniche per la gestione dei DAN e dei DCA.

 

Dott.ssa Giulia Colombo
Tecnico della Riabilitazione Psichiatrica